Il museo illustra attraverso reperti ceramici, bronzei e numismatici, la storia di Gela antica e del territorio ad essa connesso, dall'età preistorica all'età medievale.
Info Prenotazione
Il Museo è limitrofo all'area dell'acropoli della città greca (aperta tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 fino ad un'ora prima del tramonto).
La biglietteria sospende il servizio mezz'ora prima della chiusura del sito.
I biglietti sono validi per il museo e le mura storiche di Capo Soprano.
I biglietti prenotati devono essere ritirati esibendo il voucher di conferma presso la biglietteria.
Politica di cancellazione: le cancellazioni devono essere fatte almeno un giorno lavorativo prima della visita per poter ottenere il rimborso dei biglietti non utilizzati meno il costo del servizio; cancellazioni successive e no show non sono rimborsabili.
Museo Archeologico di Gela
La sede museale, è un edificio realizzato negli anni Cinquanta. Nel 1984, dopo la realizzazione di lavori di ampliamento resi necessari per l'incremento dei materiali da esporre, il Museo venne riaperto con un nuovo allestimento. Gli ultimi interventi effettuati a partire dal 1995 lo hanno interamente rinnovato nei percorsi espositivi e negli apparati didattici e didascalici.
Il museo illustra attraverso reperti ceramici, bronzei e numismatici, la storia di Gela antica e del territorio ad essa connesso, dall'età preistorica all'età medievale. Gela fu la prima colonia rodio-cretese fondata in Sicilia, secondo Tucidide, nel 689-688 a.C. La città divenne ben presto una delle più importanti dell'isola fino a rivaleggiare con la stessa Siracusa.
Le sue mire espansionistiche per il controllo del territorio la portarono a fondare nel 581 a. C. Akragas (Agrigento), e successivamente ad estendere il proprio dominio fino allo Stretto.
Dopo la metà del V sec. iniziò il suo declino. Nel 405 a.C. fu conquistata e distrutta dai Cartaginesi. Ricostruita nel IV sec. a.C., fu successivamente oggetto di attacchi da parte di Siracusa, fin quando tra il 285 e il 282 a. C. fu distrutta dal tiranno agrigentino Phintias che trasferì i suoi abitanti presso Licata dove nacque una nuova città chiamata Phintiade.
Le collezioni. Il nucleo più antico è costituito dalle collezioni Navarra e Nocera. La prima, acquistata negli anni Cinquanta dal museo, comprende un cospicuo numero di vasi corinzi ed attici a figure nere e a figure rosse, provenienti dagli scavi clandestini delle necropoli e raccolti alla fine dell'Ottocento dal barone Giuseppe Navarra. Tra i vasi attici a figure nere (fine VI, inizi V sec. a.C.) si ritrovano opere attribuite al Pittore di Gela e al Pittore di Eucharides, e molte lekythoi della "classe di Phanillys". Tra i vasi attici a figure rosse (prima metà del V sec. a.C.) sono esposti quelli del Pittore di Edimburgo, del Pittore di Boreas, del Pittore della Phiale di Boston, del Pittore dei Porci, del Pittore di Berlino e del Pittore di Brygos. Si tratta di opere di grandi ceramografi (decoratori di oggetti in terracotta) attici giunte a Gela con navi mercantili. Il relitto di una di queste imbarcazioni è stato ritrovato di fronte alla costa ed ha consentito di ricavare dati fondamentali per lo studio dell'architettura navale antica e dei traffici commerciali che l'antica colonia intratteneva con le altre città della Grecia.
L'ordinamento è di tipo cronologico e si articola in otto grandi sezioni, nelle quali l'esposizione è associata a materiale didattico e didascalico.